giovedì 23 ottobre 2008

Feridun Zaimoglu - Leyla


Una storia dei vecchi tempi, che non è una vecchia storia. Inizia negli anni cinquanta in un paesino dell'Anatolia, in un cortile dove Leyla raccoglie sassolini tondi, i suoi tesori. Inizia con il ritorno a casa del padre, il Padrone che nell'ora della follia semina il terrore in famiglia, un principe ceceno in braghe di pigiama che non sa tenersi neppure il lavoro da ferroviere. A Leyla insegnano "a non sentire e a non vedere niente, a girare la testa e a non capire". Le sorelle più grandi le parlano di modestia, di rassegnazione; i fratelli maschi tentano vie diverse per una ribellione forse impossibile. Ma Leyla trova rifugio nella sua dolcissima madre, nell'amicizia delle compagne di scuola, nei consigli delle donne nell'hammam. Sarà Istanbul, la grande città fatta di tanti piccoli nidi, di tante piccole città, a segnare il primo passo verso il futuro, la fuga dalla miseria. Mentre le altre ragazze aspettano di essere scelte, Leyla decide di scegliere - con fatica, ironia, caparbietà - l'uomo che la porterà via dall'oppressione del padre, e poi ancora più lontano, a tentare fortuna in terra straniera. Feridun Zaimoglu rende omaggio alla generazione delle madri e racconta una doppia migrazione: dalla Turchia alla Germania, dalla sottomissione alla libertà. Una saga familiare che restituisce il "tono femminile" di mille storie tristi da cui si sprigiona, quasi per magia, uno sconfinato ottimismo.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

bello, realistico, emozionante ed intenso.

Anonimo ha detto...

Non è stato un colpo di fulmine. Poco "emozionale", ma sicuramente interessante conoscere un modo di vita così diverso dal nostro